L’impronta di Mantegna, dipinto riscoperto al Museo Correr
Scritto da Nicola Schievene il 18 Dicembre 2024
(Adnkronos) – Le sale della Quadreria del Museo Correr di Venezia accolgono il 'ritorno a casa' di una piccola e preziosa tavola quattrocentesca, rinvenuta nei depositi, che raffigura una scena sacra tutta al femminile, individuata come "Madonna col Bambino, San Giovannino e sei sante", oggetto nell'ultimo anno di approfonditi studi scientifici e storico-artistici, esposto da oggi (18 dicembre) al pubblico in un nuovo allestimento che celebra la sua riscoperta e il suo significato nel panorama dell'arte rinascimentale. E' un ritorno in grande stile nel museo in cui è stato custodito per quasi due secoli come dipinto di autore anonimo e dove ora rientra, dopo un lungo e impegnativo restauro, con l'individuazione certa dell'ideazione e disegno (l'impronta”) del grande Andrea Mantegna (1431-1506) e l'esecuzione quanto meno del suo atelier, sotto il suo diretto controllo, se non addirittura della sua stessa impareggiabile mano. Un termine di confronto che ha trovato spazio nel corso della prima restituzione al pubblico nella mostra primaverile a Villa Contarini – Fondazione E. Ghirardi scelta per l'accostamento al celebre pittore del Rinascimento – nativo di Isola di Carturo, ora Isola Mantegna, frazione di Piazzola sul Brenta – e proponendo le prime suggestive ipotesi su iconografia e significati polivalenti e nascosti. Un momento di grande significato, non solo per la divulgazione al pubblico, ma anche per avviare un proficuo confronto e dialogo tra studiosi e tra istituzioni. Tra questi la vista alla mostra di Nathaniel Silver, Associate Director And Chief Curator all’Isabella Stewart Gardner Museum di Boston (Usa) accolto lo scorso settembre da Andrea Bellieni, responsabile del Museo Correr di Venezia, primo ad aver intuito il valore e l'interesse eccezionali dell’opera protagonista dell’esposizione. Il primo dato emerso nell'analisi de la Madonna col Bambino, San Giovannino e sei sante, intrigante e singolare, è stata infatti l'uguaglianza con il dipinto oggi conservato proprio all'Isabella Stewart Gardner Museum, storicamente attribuito al grande Andrea Mantegna e già presente nelle celebri collezioni mantovane dei Gonzaga. Di tale somiglianza le indagini radiologiche e riflettografiche effettuate sul dipinto veneziano hanno dato chiara spiegazione 'tecnica', assolutamente inaspettata e sorprendente: il disegno, rilevato strumentalmente sotto al colore, delinea un tracciato pressoché perfettamente coincidente con quello del dipinto di Boston. Dunque, entrambe le opere sembrano effettivamente esser state realizzate a partire dallo stesso cartone, forato per trasferire a spolvero i punti guida del disegno sulle due tavole. Opere perciò 'quasi' identiche e coincidenti; non del tutto, poiché il dipinto veneziano ha anche varie diversità di dettaglio e cromatiche; e anche significativi 'pentimenti', ossia particolari dapprima realizzati identicamente all’opera di Boston, ma successivamente variati in corso d'opera; ciò a dimostrare una ben determinata volontà d’'utore. Ma un ulteriore elemento aumenta il mistero e gli interrogativi: il dipinto veneziano è evidentemente incompiuto, non finito e – quindi – forse mai consegnato al committente (verosimilmente, alla committente). Per quale ragione? E per volontà di chi fu portato tanto avanti, ma purtroppo non finito? Indagini, analisi, deduzioni, ipotesi, riflessioni che ora trovano spazio in una prima pubblicazione/catalogo. Restano le molte domande ancora sospese, capaci di generare nuovi stimoli e temi di confronto, studi e approfondimenti, nonché nuovi filoni di indagine per la ricerca storico-artistica. —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)