Gaza, portavoce governo Israele: “Oms, Croce Rossa e Onu complici Hamas: ospedali come scudi”
Scritto da Nicola Schievene il 20 Novembre 2023
(Adnkronos) – "Per anni l'Organizzazione Mondiale della Sanità, la Croce Rossa e tutte le altre agenzie delle Nazioni Unite hanno nascosto l'uso sistematico degli ospedali da parte di Hamas come scudi, mettendo a repentaglio il loro status protetto dal diritto internazionale. Questo era il più grande segreto di Pulcinella della Striscia di Gaza. Per anni non hanno detto nulla e ora chiediamo che ne rispondano a livello internazionale". Lo afferma in un'intervista all'Adnkronos il portavoce del governo israeliano, Eylon Levy, sottolineando che lo Stato ebraico ha presentato "prove incontrovertibili" che Hamas abbia utilizzato l'ospedale al-Shifa, il più grande della Striscia di Gaza, come base per "attività militari". "Proprio ieri abbiamo scoperto un tunnel che si estende per 10 metri sottoterra nell'ospedale di al-Shifa. Il tunnel prosegue poi per 55 metri, conducendo ad una porta blindata con un foro per sparare", rivela il portavoce, denunciando che il 7 ottobre la formazione islamista palestinese ha "introdotto di nascosto" degli ostaggi nell'ospedale e "sappiamo che uno è stato giustiziato lì (la soldatessa Noa Marciano, ndr). Questo è accaduto in pieno giorno, tutti i medici li hanno visti e non hanno detto niente". "Il nostro obiettivo in questa guerra è, innanzitutto, continuare a distruggere tutte le infrastrutture terroristiche e governative di Hamas ovunque nella Striscia di Gaza fino alla caduta del regime. E due, riportare i nostri ostaggi sani e salvi alle loro famiglie", prosegue il portavoce, precisando di non poter commentare i negoziati in corso per il rilascio degli ostaggi. "Sono in bilico vite umane. Siamo profondamente preoccupati. La società israeliana è in pensiero per i 240 ostaggi nella Striscia di Gaza, tra cui 30 bambini, che sono stati rapiti dopo che gli squadroni della morte di Hamas hanno massacrato, torturato e violentato nei nostri villaggi – spiega – Stiamo facendo tutto il possibile per riportarli a casa, ma queste sono trattative delicate e meno diciamo meglio è". Sulla possibile presenza di ostaggi all'interno dell'ospedale al-Shifa, Levy dichiara che "abbiamo forti indizi che fossero trattenuti lì. Ma ricordiamoci che Israele ha preannunciato ai palestinesi il suo ingresso nel nord di Gaza più di un mese prima che avvenisse. Eravamo così desiderosi di evitare vittime civili che abbiamo rinunciato all'effetto sorpresa e sembra che Hamas abbia avuto il tempo di fuggire e di trasferirli fuori dal complesso di Shifa dove erano tenuti prima".
L'Autorità nazionale palestinese (Anp) è "un'organizzazione che paga gli stipendi ai terroristi nelle carceri israeliane. E la nostra posizione è che qualsiasi organizzazione che finanzia il terrorismo non può essere un partner per la ricostruzione di Gaza", sottolinea Levy, escludendo un possibile ruolo dell'Anp a Gaza una volta finita la guerra. "So che sembra pazzesco, ma questa è la ragione per cui le Nazioni Unite e il Congresso degli Stati Uniti hanno tagliato gli aiuti ai palestinesi alcuni anni fa: perché danno incentivi economici ai terroristi che uccidono gli israeliani", aggiunge il portavoce, ricordando che anche il presidente Joe Biden è stato "molto chiaro" in merito. "La Striscia di Gaza non potrà mai più essere utilizzata come base del terrorismo. Qualunque sia il partner con cui avremo a che fare per ricostruire la Striscia di Gaza nel dopo Hamas, deve combattere il terrorismo, non finanziarlo", precisa Levy. "Se Hezbollah nel nord ci trascinasse in una guerra su vasta scala siamo pronti a combattere quella guerra e a vincerla. E Hezbollah avrebbe commesso l'errore della sua vita". E' il monito lanciato dal portavoce del governo israeliano, secondo cui tuttavia lo Stato ebraico non vuole aprire nuovi fronti militari né cerca un'escalation regionale. "In questo contesto, è importante che gli Stati Uniti abbiano spedito due portaerei in Medio Oriente per inviare un messaggio molto chiaro a chiunque pensi di entrare in questa guerra. Se state pensando di scherzare con lo Stato di Israele, non fatelo", insiste il portavoce, ritenendo che ora le forze israeliane si stanno concentrando "sulla distruzione dei terroristi che hanno compiuto il massacro del 7 ottobre" e "non cercano un'escalation del conflitto". "Ora il nostro messaggio è chiaro. Israele non vuole combattere su più fronti contemporaneamente", ribadisce Levy, accusando tuttavia il "regime" iraniano di volere "la distruzione violenta dello Stato di Israele e l'assassinio e il genocidio del popolo ebraico. L'Iran è il capo dell'Asse del male che comprende Hamas nella Striscia di Gaza, Hezbollah in Libano, gli Houthi nello Yemen. Altri gruppi ribelli in tutto il Medio Oriente hanno seminato instabilità e caos". "Abbiamo fatto tutto il possibile per ridurre al minimo le vittime civili, esortando i civili a farsi da parte. Da un mese chiediamo l'evacuazione del nord di Gaza. Abbiamo facilitato i corridoi umanitari per consentire alle persone di andarsene anche quando i nostri soldati vengono attaccati da Hamas. Stiamo prendendo di mira i terroristi di Hamas e stiamo facendo tutto il possibile per tenere i civili lontani dal pericolo", assicura Levy, rispondendo a chi accusa Israele di aver compiuto una strage di civili a Gaza, mentre il bilancio dall'inizio dell'operazione di terra, secondo le autorità palestinesi, è salito ad oltre 13mila morti. "Qual è il problema? Hamas ha scatenato questa guerra contro di noi e ha deciso di combatterla dall'interno di aree densamente popolate perché l'intera sua strategia si basa sugli scudi umani. Hamas ha trascorso 16 anni a radicarsi nelle scuole, negli ospedali, nelle case e nelle moschee in modo da potersi nascondere dietro donne e bambini e rendere difficile per Israele prendere di mira questi mostri terroristici", spiega il portavoce, secondo cui Israele ritiene Hamas "responsabile del massacro del 7 ottobre, nonché di tutte le morti all'interno della Striscia di Gaza". "Questa non è la guerra che Israele voleva. Non è una guerra iniziata da Israele. Non è la guerra che Israele si aspettava. È la guerra che Hamas ci ha dichiarato in occasione del massacro del 7 ottobre, il più sanguinoso massacro di ebrei dai tempi dell'Olocausto, ed è una guerra che dobbiamo vincere. È una guerra a cui stiamo cercando di porre fine in modo da garantire che Hamas non possa mai più attaccare la nostra gente", evidenzia Levy. Israele sta consentendo l'ingresso di due camion di carburante al giorno nella Striscia di Gaza per gli impianti idrici e fognari. "Lo facciamo perché non vogliamo lo scoppio di malattie o epidemie all'interno della Striscia di Gaza. Ma è importante capire perché Israele si oppone all'ingresso di carburante. Hamas lo usa per continuare la sua guerra contro di noi", dichiara Levy, commentando le polemiche soprattutto da parte di politici israeliani di estrema destra, che sono contrari all'ingresso del carburante nell'enclave. "Questa è la nostra politica. Vogliamo portare aiuti umanitari alle persone che ne hanno bisogno e assicurarci che Hamas non possa rubarli, e non permetteremo che Hamas utilizzi la buona volontà della comunità internazionale per riorganizzarsi, riarmarsi e fare rifornimento", dice Levy, secondo cui "Hamas è entrato in guerra con una scorta di mezzo milione di litri di carburante. Non solo, ha rubato carburante alle Nazioni Unite. Rubava carburante dagli ospedali", mentre Israele "non ha alcun obbligo di facilitare la fornitura di carburante che Hamas utilizzerà per continuare a lanciare razzi contro di noi". "Il primo ministro Netanyahu è stato chiaro. Ogni terrorista di Hamas è un uomo morto che cammina. Li troveremo, non importa quanto tempo ci vorrà. E consegneremo alla giustizia i mostri che il 7 ottobre hanno bruciato, decapitato, rapito, torturato, mutilato e violentato centinaia e centinaia di israeliani. Li consegneremo alla giustizia e gliela faremo pagare", scandisce il portavoce. "La premier Meloni ha effettuato una visita di solidarietà molto importante qui in Israele. E' stata tra i tanti leader mondiali venuti in Israele per esprimere solidarietà in seguito al massacro del 7 ottobre e chiarire che Israele ha il dovere di difendersi e che questa guerra deve finire con la distruzione totale di Hamas. Questo è l'unico modo in cui uno Stato democratico può rispondere al tipo di massacro orribile a cui abbiamo assistito il 7 ottobre", conclude Levy. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)