Firenze, nuova vita al Refettorio grande del Museo di San Marco
Scritto da Nicola Schievene il 2 Novembre 2023
(Adnkronos) – Un delicato restauro architettonico e un completo rinnovamento dell'allestimento sono iniziati all'interno del Museo di San Marco di Firenze per ridare nuova vita al Refettorio grande, finora in parte inaccessibile a causa di un sollevamento del pavimento in cotto. La Direzione regionale Musei della Toscana ha ricevuto un'ingente donazione privata che consentirà di restaurare la sala e rinnovare completamente il suo allestimento, rimuovendo i vecchi pannelli alle pareti, restaurando l'affresco con la Provvidenza dei domenicani, sormontata dalla Crocifissione realizzato da Giovanni Antonio Sogliani e rinnovando completamente la disposizione delle opere d’arte, l'illuminazione e il sistema informativo al pubblico. Il Refettorio grande ritornerà – al termine dei lavori di restauro architettonico e riallestimento – completamente visibile e perfettamente fruibile dai visitatori anche grazie a nuove didascalie e ad una nuova illuminazione realizzata secondo i più moderni standard. Il delicato intervento – che durerà circa un anno e che è iniziato con la rimozione delle opere presenti nella sala – è reso possibile grazie alla generosità di Michael Scherb, fondatore e Ceo di Appian Capital Advisory con una donazione che è alla base di un partenariato pubblico-privato di successo volto a valorizzare il patrimonio culturale italiano. Con l'allestimento del Refettorio grande si completa il rinnovo degli spazi museali del piano terreno del Museo di San Marco, unificati da moderni sistemi di illuminazione e da una coerente impostazione grafica e di comunicazione al pubblico. "Grazie alla generosa sensibilità e all'autentico entusiasmo di Michael Scherb, che ha accettato di finanziare il nostro progetto di recupero, restauro e nuovo allestimento del Refettorio grande del convento, possiamo proseguire nel piano di rinnovo e di rilancio del Museo di San Marco, che rappresenta forse meglio di qualunque altro luogo a Firenze il vertice del Rinascimento e del mecenatismo dei Medici nel Quattrocento – afferma Stefano Casciu, direttore regionale Musei della Toscana del Ministero della Cultura – La nuova sala, completamente riallestita, e il grande affresco del Sogliani restaurato, saranno certamente ulteriori motivi per visitare questo splendido museo. Ci attendiamo quindi un aumento dei visitatori ma anche un arricchimento della esperienza museale da parte del pubblico, anche internazionale, che potrà ancor meglio e più ampiamente apprezzare uno dei luoghi più affascinanti di Firenze". "Il mio obbiettivo è di sostenere un'istituzione culturale allanno – dichiara Michael W. Scherb – e sono lieto di annunciare che il Museo di San Marco è la mia scelta per il 2023. Ho visitato San Marco per la prima volta da bambino e ancora di recente, dal momento che ora trascorro più tempo a Firenze. È una città che ha dato così tanto al mondo e ho intravisto subito una grande opportunità per sostenere una delle sue più grandi gemme nascoste. Il finanziamento aprirà nuovi spazi e – spero – consentirà a più persone di godere del Museo in una città, come Firenze, dove anche le più grandi istituzioni culturali devono costantemente competere per l'attenzione dei visitatori". Il Refettorio grande di San Marco era lo spazio usato quotidianamente dai frati del convento, mentre il Refettorio piccolo era utilizzato per gli ospiti. Coperto da volte ribassate, fu riallestito nel 1983 ed oggi ospita venti dipinti della Scuola di San Marco. La sala è dominata dall'affresco di Giovanni Antonio Sogliani (firmato e datato 1536), con la Provvidenza dei domenicani, sormontata dalla Crocifissione. Questo soggetto è una variante del tema del pasto (di solito nei refettori veniva raffigurata l'Ultima cena), tipica dei cenobi domenicani: i frati, rimasti senza viveri dopo la morte del fondatore, vengono miracolosamente serviti da angeli. Una scena analoga si trova anche in una lunetta del Chiostro Grande di Santa Maria Novella. Sono collocate in questa sala altre opere del Sogliani, come una Madonna della Cintola, una Madonna con Tobiolo, angelo e sant'Agostino e le tavole con San Francesco e Santa Elisabetta d'Ungheria. Un'altra Madonna della Cintola è opera di Ridolfo del Ghirlandaio. Altri dipinti cinquecenteschi appartengono alla cosiddetta Scuola di San Marco, influenzata dall'opera di Fra Bartolomeo. Tra questi le opere di Fra Paolino da Pistoia, come la Natività con sant'Agnese e il Cristo deposto, probabilmente iniziato dal suo maestro e lasciato interrotto dopo la morte (1517). Il Compianto sul Cristo morto è un dipinto della monaca Plautilla Nelli, raro esempio di pittrice che ricevette a Firenze commissioni anche importanti. Di autori anonimi sono i Santi Francesco e Chiara in adorazione dell'ostia e i due Angeli, forse provenienti da un organo portatile. Il Museo occupa la parte monumentale del convento domenicano di San Marco, capolavoro architettonico di Michelozzo voluto da Cosimo de' Medici il Vecchio e costruito tra il 1437 e il 1443. Custodisce la più grande collezione al mondo di opere del Beato Angelico, uno dei massimi pittori del primo Rinascimento, che visse nel convento tra il 1438 e il 1445. La visita al museo si snoda tra gli splendidi spazi del convento attraverso il chiostro di Sant'Antonio, la Sala dell’Ospizio, la sala del Refettorio, la sala del Capitolo e le celle dei monaci. Gli spazi museali convivono con l’attigua chiesa di San Marco e le parti adiacenti al chiostro di San Domenico ancora riservate alla vita conventuale. Tra le opere principali dell’Angelico si ammirano l'Annunciazione, capolavoro della pittura rinascimentale, la Deposizione, il Trittico di San Pietro martire, la Pala di Annalena, il Giudizio Universale, la Pala di San Marco, il Cristo deriso e il Tabernacolo dei Linaioli. Le opere su tavola del Beato Angelico furono qui raccolte negli anni Venti del secolo scorso, quando il convento fu dichiarato monumento di importanza nazionale, nel 1869, e in parte trasformato in museo. Al secondo piano del convento si conservano gli affreschi che decoravano le celle dei monaci, realizzati dal Beato Angelico fra il 1438 e il 1445. Nel Museo sono esposte altre opere di inestimabile valore storico-artistico, prime fra tutte il Cenacolo del Ghirlandaio, la Madonna col Bambino di Paolo Uccello, dipinti di Fra Bartolomeo e di Giovanni Antonio Sogliani, terrecotte dei Della Robbia e il famoso ritratto di Girolamo Savonarola dipinto da Fra Bartolomeo, che nel convento soggiornò a partire dal 1489. L’eccezionale patrimonio del museo è arricchito dall’esposizione di alcuni reperti architettonici recuperati durante le demolizioni ottocentesche del centro cittadino di Firenze e dalla Biblioteca di Michelozzo costruita per espresso volere di Cosimo de' Medici il Vecchio e arricchita della straordinaria raccolta di testi appartenuti all'umanista Niccolò Niccoli. Fu la prima biblioteca “pubblica'' del Rinascimento, dove, in epoca laurenziana si incontravano personaggi come Marsilio Ficino e Pico della Mirandola. Il museo è anche un punto di riferimento per un dialogo tra le arti e ospita iniziative ed eventi nazionali e internazionali di musica rinascimentale, danza contemporanea, azioni teatrali, presentazioni di libri. I capolavori del Beato Angelico continuano a ispirare nuove riletture artistiche come è stato di recente per il cineasta Armondo Linus Acosta che ha fatto rivivere in un cortometraggio l’affresco della Comunione degli Apostoli e per Abel Ferrara che ha letto e realizzato un video sulla poesia di Gabriele Tinti dedicata al Cristo deriso della cella numero 7. (di Paolo Martini) —culturawebinfo@adnkronos.com (Web Info)