Hunter Biden, figlio del presidente Usa incriminato per possesso illegale armi
Scritto da Nicola Schievene il 14 Settembre 2023
(Adnkronos) –
Hunter Biden è stato formalmente incriminato oggi dai procuratori federali del Delaware per tre capi di imputazione, collegati al possesso illegale di armi. Il figlio del presidente degli Stati Uniti è accusato in pratica di aver mentito, quando ha dichiarato di non fare uso di sostanze stupefacenti quando ha riempito i moduli per acquistare una Colt Cobra nell'ottobre del 2018. Inoltre Hunter Biden, che negli anni scorsi ha ammesso i suoi problemi con la droga, è accusato di essere stato in possesso di un'arma mentre era sotto l'effetto di stupefacenti. La storica incriminazione del figlio di un presidente in carica arriva pochi giorni dopo che la maggioranza repubblicana alla Camera ha annunciato l'avvio di un'inchiesta di impeachment su presunti collegamenti illeciti tra Biden e gli affari all'estero di Hunter. L'incriminazione arriva dopo che è naufragato l'accordo che Hunter Biden aveva raggiunto con il procuratore David Weiss, incaricato dall'amministrazione Trump, e poi confermato da quella Biden, di indagare sugli affari e la vita personale del figlio del presidente. Lo scorso giugno l'inchiesta sembrava essersi chiusa con l'accordo con cui Hunter si dichiarava colpevole di due reati minori fiscali, ed avviava un percorso extragiudiziario per evitare l'incriminazione per il possesso di armi. L'accordo però è saltato a luglio quando la giudice Maryellen Noreika ha espresso dubbi sulla sua struttura. Settimane dopo, l'11 agosto, l'attorney general, Merrick Garland conferiva a Weiss lo status di procuratore speciale, dandogli l'autorità di incriminare Hunter Biden in qualsiasi distretto del Paese. L'incriminazione di oggi potrebbe quindi non essere l'unica, dal momento che è saltato l'accordo anche per quanto riguarda la parte dei reati minori fiscali. La mossa di Weiss arriva mentre gli avvocati di Hunter Biden l'accusano di aver rinnegato un accordo che, secondo loro, era già stato ratificato. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)